Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
Il giudice tutelare ha rigettato l’istanza con cui l’amministratore di sostegno chiedeva l’autorizzazione a firmare il diniego all’intervento di tracheostomia, quale trattamento sanitario di sostegno vitale.
La Regione Campania impugna la legge di bilancio n. 213 del 2023 relativa all’anno finanziario 2024 e al triennio 2024-2026 davanti alla Corte Costituzionale in ragione di differenti pretese violazioni, da parte di suddetto testo legislativo, rispetto al principio di autonomia regionale e di alcuni suoi corollari.
La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della legge in esame nella parte in cui risulta lesiva del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni in ambito sanitario, nonché del diritto alla salute. Non è da ritenersi, infatti, legittimo il sacrificio della spesa pubblica dedicata alla preservazione della sanità in situazioni in cui siano comunque disponibili ulteriori risorse per scopi di minore priorità.
Nel decidere su una domanda di rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso, il Tribunale di Trento ha escluso l’applicabilità della legge brasiliana (stato d’origine del ricorrente) ed ha, altresì, stabilito che non sia necessaria l’autorizzazione all’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso in tutti quei casi in cui quest’ultimo si svolga a seguito della già riconosciuta rettifica del nome e del genere dell’individuo.
L’High Court of Justice ha riconosciuto che sia possibile valorizzare la volontà di utilizzare embrioni post mortem mediante maternità surrogata laddove la disciplina dettata dall’HFEA 1990, che richiede che tale consenso sia prestato in forma scritta, comprima ingiustificabilmente i diritti riconosciuti dalla CEDU.
In data 13 novembre 2024, la Corte d’Appello del Settimo Circuito, con decisione a maggioranza (2–1), ha ritenuto non sufficientemente provata l’irreparabilità del danno che potrebbe derivare dall’entrata in vigore della legge SB 480 dello Stato dell’Indiana, escludendo inoltre che essa costituisca una violazione del principio di uguale protezione davanti alla legge. Di conseguenza, l’ordinanza emessa dalla Corte distrettuale è stata revocata, consentendo l’entrata in vigore del testo legislativo in questione.
La Corte Europea dei Diritti umani ha stabilito che il contenimento prolungato, non necessario e non utilizzato come ultima risorsa per pazienti psichiatrici è considerabile come lesivo dell’art. 3 CEDU integrando la fattispecie di trattamenti inumani e degradanti.
Il Tribunale federale svizzero ha rigettato l’opposizione dei genitori finalizzata ad impedire l’accoglimento dell’istanza di modifica anagrafica del genere, proposta all’ufficio di stato civile dalla figlia minorenne. Secondo la corte, il codice federale svizzero fissa una presunzione di capacità rispetto all’autodeterminazione di genere del minore al compimento dei 16 anni, che solo in casi eccezionali e sulla base di circostanze oggettive può essere opinata dall’ufficiale di stato civile con la richiesta di documentazione sanitaria integrativa.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30080/2024, ha stabilito che il datore di lavoro non può licenziare un dipendente disabile che si rifiuti di riprendere servizio in una sede lavorativa incompatibile con la sua condizione fisica, senza prima esplorare soluzioni organizzative alternative che permettano al lavoratore di continuare l'attività lavorativa. Il rifiuto di adottare accomodamenti ragionevoli è stato considerato un atto discriminatorio dalla Corte, che ha quindi disposto il rinvio della causa alla Corte d'Appello per una nuova valutazione, focalizzandosi sull'esame di alternative che consentano la prosecuzione del rapporto di lavoro in modo da soddisfare le esigenze del lavoratore disabile.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto che il costo delle prestazioni socio-assistenziali che siano strettamente legate a quelle sanitarie svolte nei confronti di soggetti affetti dal morbo di Alzheimer debbano essere considerate a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Nel caso Haugen v. Norvegia la Corte EDU ha ravvisato una violazione degli art. 2 (diritto alla vita) e art. 13 (diritto ad un ricorso effettivo) della Convenzione in quanto le autorità norvegesi non hanno tenuto una condotta tale da evitare il suicidio di un soggetto affetto da disturbi psichiatrici durante la sua detenzione carceraria.